No products in the cart.
Nel centro storico della città partenopea, al civico 8 di Via San Gregorio Armeno, la famiglia Ferrigno incanta bambini e adulti realizzando le famose statuine del presepe. Una tradizione tramandata da inizio ‘800 di generazione in generazione e che oggi Marco segue con grande impegno e passione.
Uno dei simboli che caratterizza la città di Napoli è senza ombra di dubbio il presepe. Passeggiando per le vie partenopee, infatti, è impossibile non imbattersi nei famosi negozi artigianali dei grandi maestri presepiali. Tra questi, spicca per storia, fama e originalità la Bottega Ferrigno oggi gestita da Marco che, con le sue mani sapienti, ogni giorno sforna migliaia di pastorelli e personaggi che contornano questo simbolo sacro e al contempo molto caro al popolo napoletano.
“La nostra Bottega risale al 1836, nasce da un’intuizione del mio trisavolo Carmine e di generazione in generazione è arrivata a me“, spiega Marco Ferrigno a Radio Vaticana – Vatican News, “Io avevo all’incirca sei anni ed è iniziato tutto come fosse un gioco”. Un gioco che ora è diventato non solo la sua professione ma anche una missione: preservare una tradizione antica che fa parte del patrimonio storico-culturale della città di Napoli. “Sai quando le persone giocavano con la plastichina? Mio padre al posto della plastichina mi diede l’argilla e così mi insegnò quella che oggi è la mia passione”
Bisogna ricordare che il presepe napoletano si contraddistingue per tre scene basilari: la prima è il tempio che simboleggia la vittoria del cristianesimo; la seconda è quella dell’Osteria dove aleggiano vizi e virtù; l’ultima invece, è quella dell’Annuncio, rappresentata da diversi pastori che dormono e che vengono svegliati dal messaggio dell’Angelo, il quale comunica la nascita di Gesù. “Un personaggio che non deve mai mancare è Benino, un pastore che dorme e che sogna la rappresentazione iconografica del presepe. La tradizione vuole che sia circondato da dodici pecorelle bianche che rappresentano i dodici mesi dell’anno, quindi il presepe nella sua interezza annuale.”
Leave a Reply